LE STATUE DI MARCO MANTOVANI

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VISITA IL PARCO E LE OPERE DI MARCO MANTOVANI

All’interno del parco della statua di San Carlo, immerse nel giardino botanico, sono collocate alcune opere dell’artista milanese Marco Mantovani (1921-2005). Le opere sono di proprietà della Fondazione Mantovani e della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, proprietaria anche della Statua di San Carlo.

 

L’ARTISTA 

Marco Mantovani (Milano 1921- Brugherio 2005) fu iniziato all’arte da Lodovico Pogliaghi, che lo accolse durante la guerra nel suo studio sul Sacro Monte di Varese; frequentò poi corsi all’Accademia di Brera con i maestri Francesco Messina e Giacomo Manzù. Ebbe anche un altro grande maestro, Giannino Castiglioni, col quale si perfezionò nell’arte scultorea e del disegno. Scultore di fama internazionale, Marco Mantovani partecipò attivamente ai movimenti culturali inserendosi all’interno del movimento neoilluminista.

 

PERCORSO DI VISITA

Terminata la visita alla Statua di San Carlo, si entra nel giardino attraverso una piccola discesa e si incrociano le prime due sculture di Marco Mantovani: collocate una frontale all’altra, “Metamorfosi” e “La Signora di Tutti” rappresentano la ricerca dell’oltre e la consegna dell’anima al mistero della morte. “Metamorfosi” è una scultura con la corazza esterna e cava al suo interno, che vuole significare come al di sotto della forma esterna del corpo si celi l’essere.

Metamorfosi (1998), Bronzo, 93×195 cm

La Signora di Tutti” rappresenta la morte che con le sue forme molto ondulate abbraccia ed accoglie dolcemente l’uomo, rendendo meno traumatico il passaggio supremo della vita, e conduce l’essere al suo destino, al compimento.

Sotto questa statua sono conservate le ceneri dell’artista stesso.

La Signora di Tutti (1944), Marmo di Carrara, 145 x 70 cm

Proseguendo lungo la muratura di confine troviamo “Il Mito di Platone”, rappresentato da due figure, un uomo e una donna, che si abbracciano come due amanti.

Nel Simposio di Platone, Aristofane afferma che in origine l’uomo era perfetto ma Zeus, invidioso dell’umana perfezione, spaccò in due l’uomo e da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione. L’Amore, per Platone, è nostalgia dell’Assoluto.

Il Mito di Platone (1982), Bronzo su basamento in pietra, 50 x 180 cm

In corrispondenza dello spigolo della muratura di recinzione perimetrale, si trovano collocate un gruppo di tre sculture: i due “Cavalli da Corte” e “Gambe di Ballerina”.

Le tre opere, attualizzando i canoni della bellezza classica, descrivono, attraverso la purezza e l’eleganza delle forme, la continua ricerca della bellezza da parte dell’uomo.

Due Cavalli di Corte (1987), Bronzo su marmo in grandezza naturale, 180 – 200 cm

Gambe di Ballerina (1997), Marmo di Salomé (Turchia), 83×175 cm

Avviandosi verso l’ultima parte del giaridino, sulla destra è possibile ammirare le ultime due statue di Marco Mantovani: “Spirito guida” e “L’Uomo prostrato dalla sofferenza e dal dolore”.

Spirito Guida (1998), Marmo e bronzo, 102×187 cm

L’ultima scultura è collocata su un basamento cementizio ed è posta sulla sommità di un rialzo in terra: la statua di Mantovani rappresenta “L’Uomo prostrato dalla sofferenza e dal dolore”, che si aggrappa fiducioso alla speranza ed alla fede in Dio.

L’opera fu inaugurata nell’aprile del 2005 alla presenza dell’Artista a pochi mesi dalla sua morte.

La targa, posta alla base della scala, porta la seguente iscrizione:

con le mani

aggrappate ai pilastri

della fede e della speranza

l’uomo sofferente chiede

liberazione dal male

volgendo lo sguardo al cielo

Uomo prostrato dalla sofferenza  e dal dolore (2005), Bronzo, 130 x 214 cm